domenica 12 marzo 2017

Consigli di lettura dalla II A TUR


"Colpa delle stelle"

Uno dei libri che mi ha colpito in modo particolare è stato "Colpa delle stelle" scritto da John Green.

Narra la storia drammatica e sentimentale di due ragazzi, Hazel Grace e Augustus , entrambi nati ad Indianapolis.

I due si incontrano in un gruppo di sostegno per persone affette da cancro dove ci si può aprire liberamente, raccontando le proprie storie ed esperienze, i propri sogni e le proprie passioni.

E’ amore a prima vista!

Hazel e Gus (soprannome datole dalla ragazza ) si continuano a frequentare, scambiandosi confidenze e obiettivi che loro stessi si propongono di raggiungere in futuro.

Hazel arriva a confessare a Gus che il suo più grande desiderio è quello di andare ad Amsterdam per conoscere il suo autore preferito, Peter Van Houten.

Con la collaborazione dei genitori di Hazel, Gus organizza quindi un viaggio per realizzare il sogno di lei.

Ma questa esperienza non ha il successo sperato dai ragazzi, a causa dell'atteggiamento sgarbato dello scrittore.

Non tutto però è vano, infatti la segretaria dello stesso scrittore, per alleviare la delusione di Hazel, decide di portarli a visitare la casa di Anna Frank.

Tornati ad Indianapolis però purtroppo il cancro di Gus peggiora sempre di più.

Il triste finale nasconde però una luce luminosa…quella delle stelle…a voi il piacere di svelarla.

Questa storia mi ha fatto capire quanto l’amore possa essere forte e superiore rispetto ad ogni ostacolo, anche quello della morte.

Il cancro purtroppo è una delle malattie più brutte ed ancora oggi non lo si riesce a sconfiggere del tutto.

Questo libro mi ha fatto rivivere emozioni forti e molto dolore dato che in passato le avevo già provate a causa della perdita di una persona a me molto cara…

Ho la certezza però che questa persona mi guardi e mi protegga da lassù. Quando penso a tutto ciò mi sento veramente giù di morale, perché è ingiusto il fatto che ti venga portato via qualcuno di così importante in un battito di ciglia…

La cosa positiva è che questa persona rimarrà per sempre nel mio cuore e quando mi verrà da piangere, mi basterà pensare a tutti i bei momenti passati insieme.

Questa storia penso sia una tra le più belle ed emozionanti che io abbia mai letto…dunque consiglio a tutti questa esperienza di lettura.

mercoledì 8 marzo 2017

Consigli di lettura al profumo di mimosa dalla II A TUR


IO SONO MALALA

 

Un libro che ho letto recentemente è stato “Io sono Malala”.

Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012.

La scuola è finta e Malala insieme alle sue compagne è sul bus che la riporta a casa. All’improvviso un uomo sale e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita.

Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo il suo desiderio di leggere e scrivere perché sin da piccola è stata curiosa e con una gran voglia di imparare.

Per questo deve morire, perché in certi villaggi del Pakistan non è ancora concesso alle donne di leggere e scrivere.

Ma lei non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario, dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.

Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione di tutti i bambini e di tutte le donne, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.

 Io sono Malala è un libro che merita qualche parola in più del solito.

Si tratta di una storia davvero istruttiva e credo che tutti dovremmo leggerla per capire quanto siamo fortunati di poter andare a scuola e di poter dire ciò che pensiamo senza poi aver paura di uscire di casa e di essere uccisi da un attentatore.

Questo libro dovrebbe essere dato da leggere a ogni ragazzo della mia età perché capisca che al mondo c’è chi è disposto a morire pur di poter studiare.

Io sono Malala è un libro che DEVE ESSERE LETTO perché regala qualcosa che rende migliori.

 
Ve lo consiglio davvero e vi lascio con quella che forse è la frase più bella di questa giovane e coraggiosa ragazza oggi costretta a vivere lontana dal suo paese:

 

“Io sono Malala. Il mio mondo è cambiato, ma io no.”

 
Leggetelo, non ve ne pentirete!!!

8 MARZO... MA ANCHE 9, 10, E... SEMPRE !

8 MARZO... MA ANCHE 9, 10, E... SEMPRE !

La festa della donna è stata istituita per ricordare delle operaie newyorkesi morte in un incendio nel 1909. La festa della donna è diventata il simbolo di tutte le lotte attuate dalle donne per rivendicare la propria libertà ed uguaglianza. La festa della donna, per noi da oggi è collegata ad un nuovo nome: Franca Viola.
Le classi IC, IIC, e IIIA tur sono reduci da una mattina di riflessioni sulla questione femminile, su Franca Viola (l’ex diciassettenne di Alcamo grazie alla quale in Italia è stata fatta la legge contro il “matrimonio riparatore” purtroppo solo nel vicinissimo 1981), e sul mondo del teatro, con tre donne in gamba, durante la quale hanno assistito anche ad uno studio sullo spettacolo che si intitola appunto “No. Storia di Franca Viola”. (Per maggiori dettagli sul testo dello spettacolo, potete consultare la pagina fb Lattoria progetto teatrale).

 NO.STORIA DI FRANCA VIOLA (foto di scena da Lattoria progetto teatrale)

FRANCA VIOLA adolescente (foto da Google immagini)

Questo il risultato dell’intervista realizzata da Gian Maria, Lorenzo, Vincenzo e Nicolò (per la festa della donna abbiamo lasciato lavorare i “maschietti”) e rielaborata con la collaborazione delle compagne della IC tur
Intervista a Valentina Cova (fondatrice di Scarpanò, teatro e metodi attivi), Alessia Gennari (regista) e Sara Urban (attrice)
G.M. - Che cosa vi ha spinto a fare questo lavoro?
Alessia:  Nei giorni seguenti la morte di Franca Rame (moglie di Dario Fo, n.d.r.) lessi per la prima volta  un articolo su Franca Viola, e rimasi sconvolta dal fatto che l’articolo 544 (quello che permetteva il cosiddetto “matrimonio riparatore” ed evitava il carcere ai responsabili di stupro qualora sposassero la loro vittima, n.d.r.)  fu abolito solo nel 1981, tra l’altro anno di nascita di Sara (che in scena interpreta appunto il ruolo di Franca Viola, n.d.r.). Franca non era un personaggio famoso e ho fatto qualche ricerca su di lei. [...] Così insieme a Sara Urban, e anche grazie all’aiuto dell’autrice Chiara Boscaro,  abbiamo deciso di far conoscere la sua storia agli studenti. Lo spettacolo è stato distribuito a diverse scuole, anche grazie al contributo della Fondazione Piacenza e Vigevano.
L. - Perché avete deciso di aprire uno spazio teatrale proprio a Vigevano, invece che in una grande città tipo Milano?
Valentina:  Quando io e Francesco, il mio compagno, abbiamo iniziato questo percorso (dopo l’esperienza presso Teatro Continuo a Padova) volevamo una famiglia, e così abbiamo deciso lavorare a Vigevano  per riavvicinarci ai nonni più “abili”, in quanto fare un lavoro senza orari prefissati, come lo è il nostro, rende ancora più difficile fare il genitore. Non è stato semplice, e ci siamo riusciti anche grazie anche a finanziamenti privati. [...] E poi ci sembrava che Vigevano avesse più bisogno di teatro.
G.M. - Come vi siete conosciute?
Valentina: Nel 2009 ero incinta, ed a letto con la polmonite, e ricevo la chiamata di Alessia che mi propone di fare uno spettacolo “L’isola degli schiavi”: ho dovuto rifiutare. Da li però abbiamo tenuto i contatti, fino al 2012...
Alessia: Io e Sara ci siamo conosciute in treno durante un viaggio; Sara era già un’attrice e io volevo diventare una regista, e così le ho fatto un sacco di domande. [...] In seguito abbiamo deciso di fondare una compagnia chiamata Lattoria, il cui primo spettacolo è stato proprio “ L’isola degli schiavi”. Quando hanno aperto lo spazio di Scarpanò abbiamo iniziato a lavorare insieme.
L. - Perché il nome Scarpanò?
Valentina: Abbiamo scelto questo nome perché qui prima c’era una fabbrica di scarpe; i primi tempi ci venivano a citofonare in continuazione chiedendoci se facevamo le scarpe. Nessuno credeva ad uno spazio teatrale a Vigevano. [...] Un altro motivo è che lavoriamo a piedi nudi per avere più libertà di movimento, e perché per un attore il corpo è molto importante. E poi anche per l’assonanza col nome del personaggio di Zampanò, dal film “la Strada” di Federico Fellini.
G.M. – A cosa state lavorando?
Alessia: abbiamo diversi progetti, e non sempre lavoriamo insieme. Proprio l’8 marzo porteremo in scena al planetario di Torino con uno spettacolo sulla teoria della relatività e la storia d’amore e di connubio professionale fra il celebre fisico Albert Einstein e Mileva Maric.